Molti ultimamente parlano di rooting, a volte a sproposito o senza capire cosa ineffetti significa, così ho pensato di approfittarne e spiegarvi oggi cos’è, a cosa serve, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi di questa fantomatica possibilità che i nostri smartphone android hanno.
Rooting è una parola inglese che deriva da root, ovvero radice, se applicata, quindi, ad un sistema operativo come per esempio android, ma anche Linux (dove in questo senso è stata utilizzata per la prima volta), ci riferiamo alla possibilità dell’utente di andare alla radice, o se preferiamo nelle profondità, del sistema e, quindi, agire come super-user.
Questo implica, così, un alto livello di flessibilità e possibilità di modifica del codice del sistema operativo o, persino, l’installazione di programmi normalmente non supportati.
Il rooting è completamente legale ma ricordatevi che facendolo rischiate di perdere la garanzia sul vostro dispositivo.
GLI SVANTAGGI DEL ROOTING
Prima di tutto, il rooting è specificamente consigliato solo ad utenti esperti poiché nel caso qualcosa andasse storto c’è il grosso rischio di rendere il proprio smartphone inservibile a causa della creazione di qualche errore serio nella sua configurazione chiamato brick elettronico, ovvero mattone elettronico che può essere di due tipi o software (ed in questo caso c’è ancora la possibilità di correggerlo ma con un alto rischio di perdita dei dati) o di tipo hardware (impossibile da aggiustare).
Un altro svantaggio è che, aprendo il dispositivo alla possibilità di essere manipolato dal proprio utente, semmai venisse infettato da un malware o un altro tipo di virus questi potrà facilmente farsi strada nel “sistema nervoso centrale” del nostro smartphone, per cui casomai voleste comunque fare il rooting assicuratevi di avere un buon antivirus sul vostro telefonino!
Inoltre, facendo il rooting è altamente probabile che perdiate la garanzia del vostro cellulare: assicuratevi, quindi, che il vostro smartphone non sia più sotto garanzia. Questo a causa proprio del problema del brick elettronico accennato poc’anzi: non è, infatti, un difetto di fabbricazione né un qualche altro possibile danno accidentale.
Non sarà, inoltre, più possibile fare degli aggiornamenti seguendo gli update del produttore del proprio telefonino e del terminale sebbene si possano ricevere in modo diverso, ovvero scaricando il firmware da internet ed installandolo manualmente utilizzando, per esempio, Odin.
I VANTAGGI DEL ROOTING
Ora, passiamo alla parte più dolce dell’articolo: perché scegliamo, in effetti, di fare il rooting?
Il rooting di per sé, come già detto in altro modo, permette l’accesso al kernel ovvero al nucleo del sistema operativo (il suo “sistema nervoso centrale”, appunto) in tal modo possiamo personalizzare completamente il nostro sistema senza essere “fermati” dai cambiamenti superficiali che le applicazioni normalmente ci offrono. In più esso ci permette di fare backup completi del nostro sistema e la disattivazione totale degli ad pubblicitari.
Si può procedere all’overclocking della RAM, ovvero migliorare le prestazioni della memoria centrale, in cui i dati attendono di essere elaborati, del nostro smartphone aumentandone, quindi, la velocità.
Con il rooting, inoltre, si può accedere al governor della CPU che controlla la reazione del processore, che permette al nostro smartphone di operare, al carico di lavoro: impostandolo al minimo ed impostandone un limite massimo inferiore a quello selezionato dalla casa di produzione aumenterete la capacità di durata della vostra batteria.
Si può cancellare o sovrascrivere il sistema operativo Android rimpiazzandolo con dei nuovi sistemi basilarmente come accade quando passiamo da Windows 8 a Windows 10 o da Windows a Linux, etc. Nel caso di Android si trovano varie Custom ROMs che fanno esattamente questo grazie anche al fatto che Google ha rilasciato pubblicamente il source code del proprio sistema operativo permettendo ad altri di manipolarlo a proprio piacimento. Una delle più conosciute Custum ROMs è, per esempio, AOKP (Android Open Kang Project) scaricabile al seguente link: http://aokp.co/. Questo sistema operativo consente, per esempio, di scegliere come far vibrare il proprio cellulare a seconda della chiamata ricevuta così da sapere in anticipo chi ci sta telefonando senza l’utilizzo della suoneria; oppure, ci dà la piena possibilità di impostazione delle luci led del nostro cellulare; o ancora la creazione di short-cuts (scorciatoie) per raggiungere più velocemente quello che vogliamo. Ovviamente, questa non è l’unica soluzione c’è anche, per esempio, la Custom ROM cyanogenmod più pragmatica della precedente http://www.cyanogenmod.org/, e così via: basta cercare su internet e si troveranno una miriade di soluzioni per tutti i gusti. Questa pratica viene chiamata flashing ed è stata tradotta in italiano con l’orrenda parola flashare.
Se non vogliamo più avere il root, attraverso l’uso di Odin possiamo sempre tornare indietro sui nostri passi e rimodificare il nostro smartphone: non è quindi un processo irreversibile.
COME FARE IL ROOTING
Questo dipende grandemente dal vostro telefonino e dalla sua casa produttrice ma ci sono alcuni passaggi che dovrete comunque seguire:
- Fate un backup di tutti i dati importanti salvati sull vostro telefonino.
- Fate il backup della ROM corrente, quindi di Android, prima di fare il flashing.
- Controllate che la batteria sia completamente carica.
- Accendere l’USB debugging (si attiva collegando lo smartphone al computer e attendendo che lo strumento venga riconosciuto dopodiché andate sulle applicazioni -> sviluppo -> debug -> attivare le opzioni sviluppatore ed il debug).
- Sbloccare il bootloader che determina quali applicazioni possono correre nello smartphone. Le istruzioni per come fare le trovate ai seguenti link: Motorola, HTC, Sony. La maggior parte di Samsung hanno il bootloader già sbloccato ma, in ogni caso, qui trovate una guida in italiano su come fare con tutti gli altri smartphone.
- Controllare se il vostro telefonino è compatibile con KingoRoot, avviabile a questo link http://www.kingoapp.com/, ed in caso installarlo per eseguire il rooting (per questo ultimo step ci vuole un po’ di pazienza).
Ho deciso di non entrare nelle specifiche per due motivi: in futuro, probabilmente, spiegherò come fare il rooting in modo più approfondito e perché, personalmente, lo consiglio solamente ad utenti esperti per cui persone in grado di capire come farlo da sole con le piccole informazioni che ho già scritto in questa sede. Un utente medio, infatti, dovrebbe chiedersi prima di tutto se conviene rischiare il proprio telefonino e la sua garanzia per i vantaggi concessi dal rooting: per gioco potrebbe provare a metterlo in pratica su uno smartphone vecchio di cui non gli interessa più nulla ma, sinceramente, se lo strumento è nuovo il gioco non vale proprio la candela.
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