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sulle tracce della periferia cibernetica

Lo SPID, la CIE 3.0 e la CNS cosa sono? E perché basta possedere una sola di queste alternative?

Già da alcuni anni si parla dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale che, probabilmente volutamente, ricorda la parola inglese speed, ovvero velocità, e di conseguenza lo stesso nome di questo fantomatico servizio ci invoglia a pensare alla sua immediatezza) e sembra non se ne possa più fare a meno, come un passepartout che ci permette di avere accesso alla pubblica amministrazione italiana (compresi molti servizi dei nostri comuni di residenza) e ad alcuni privati aderenti con l’uso di una sola ed unica password.

Anni fa per accedere all’Agenzia delle Entrate (Entratel e Fisconline) oppure all’INPS bastavano delle credenziali vecchio stile, ovvero una semplicissima password ed un PIN (ottenerli e modificarli era comunque tutto un programma!); da settembre 2021 questo non è più possibile ed è necessario utilizzare il sistema SPID o altre soluzioni meno pubblicizzate come la CIE 3.0 (carta di identità elettronica solo nella sua nuova versione 3.0), oppure la CNS (carta nazionale dei servizi rilasciata dalla camera di commercio e, normalmente, utilizzata dalle aziende). Queste tre opzioni non necessitano l’una dell’altra, sono solamente tre diversi modi, singoli, per poter accedere ai servizi: quindi se ho la CIE 3.0 oppure la CNS non ho bisogno dello SPID.

Lo SPID è un sistema offerto da aziende private (Poste Italiane, Sielte ID, Infocert, Aruba, Namiral ID, TIM ID, Lepida, Intesa ID, Register, etc.) in alcuni casi pseudo-gratuitamente ed invogliando l’utente privato a pagare un canone nel caso desiderasse accessi illimitati e maggiore sicurezza (lo stesso servizio per le aziende è obbligatoriamente a pagamento), in altri direttamente a pagamento, pertanto se abbiamo la possibilità di utilizzare la CIE 3.0 e la CNS sarà sempre meglio optare per queste ultime due.

Lo SPID è un sistema apparentemente molto comodo che si può richiedere di persona, oppure direttamente on-line utilizzando la propria carta d’identità digitale CIE 3.0 ed uno smartphone o lettore che siano abilitati alla sua lettura, ma qui scatta l’enorme paradosso, grande quanto un elefante africano: se possediamo una CIE 3.0 e possiamo quindi accedere a tutti i servizi a cui lo stesso SPID ci permette di accedere, perché farlo? Non ha alcun senso.

E qui si potrebbe aprire una parentesi enorme sia legata alla sicurezza di un tipo di servizio la cui unica password, se decriptata, potrebbe dare accesso ai vari portali, sia sull’obbligo che ci impone lo Stato di accedere ai propri servizi con un sistema del genere penalizzando sia chi non ha internet (stesso problema che avviene con le ricette elettroniche in piccoli paesi di montagna in cui non c’è servizio), sia quei poveracci che, non per scelta, si ritrovano una carta d’identità ancora cartacea, oppure una vecchia e prima versione della carta d’identità digitale, perché i propri comuni di residenza non solo si rifiutano di sostituirla con quella nuova se non scaduta (senza escludere che in alcuni casi i comuni potrebbero non risultare aggiornati). Queste persone, ovvero solamente coloro che non possiedono la nuova carta d’identità 3.0, oppure non hanno la CNS (Carta Nazionale dei Servizi che è possibile richiedere presso la Camera di Commercio) e dovranno aspettare ancora cinque o dieci anni per cambiarla, saranno obbligati a presentarsi di persona, per esempio, alle poste o in qualche altro sistema abilitato per richiedere lo SPID.

La differenza più evidente con la prima carta d’identità digitale che era stata creata anni addietro è la forma del chip con funzionalità contacless (come le nuove carte di credito e bancomat che permettono di avvicinare allo smartphone oppure al lettore il documento senza doverlo inserire da nessuna parte). Questa funzionalità è indicata dal simbolo ICAO in alto a sinistra: in sua assenza la nostra carta d’identità, sicuramente, non sarà in versione 3.0 e, quindi, non potremo usarla per accedere ai servizi che ci interessano.

Inoltre, nel momento in cui il comune effettuerà la richiesta per la nostra carta di identità CIE 3.0 alla zecca ci rilascerà parte di una password che verrà, poi, completata in un secondo momento, ovvero quando andremo a ritirarla oppure la riceveremo via posta: non perdiamo questa password perché ci servirà per accedere ai servizi con la nostra CIE 3.0.

Per maggiori e più specifiche informazioni sulla CIE 3.0 il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione il seguente portale: https://www.cartaidentita.interno.gov.it/; per le modalità di rilascio ed i suoi costi, invece, qui si trovano tutte le specifiche: https://www.esteri.it/mae/it/servizi/italiani-all-estero/documenti_di_viaggio/carta_identita.html.

Sicuramente, in questo caso non ci servirà richiedere lo SPID, ma dovremo comunque essere certi di poter usufruire del nostro vantaggio rispetto a coloro che sono penalizzati; il problema è che, anche in questo caso, dovremo sincerarci che il nostro smartphone abbia disponibile e sia compatibile con la tecnologia NFC (quella, per intenderci, che ci permette di pagare tramite POS e direttamente con il nostro telefonino) oppure, come alternativa, potremo acquistare un lettore a parte da collegare al nostro computer ad un costo che oscilla tra i quaranta ed i cinquantacinque euro come Internavigare, facendo attenzione, prima di acquistarlo, che sia abilitato alla lettura della CIE 3.0 e non solamente alla sua vecchia versione.

La CNS (Carta Nazionale dei Servizi) viene rilasciata su richiesta a coloro che hanno una carica all’interno di un’impresa, come precedentemente accennato, dalla Camera di Commercio in forma di Smart Card (simile ad una carta di credito e per utilizzarla necessita di un semplice lettore ad inserimento), oppure di chiavetta USB (sicuramente più comodo perché si può connettere subito al computer senza l’uso di altri strumenti) o token wireless Digital DNA di ultima generazione con dobbia interfaccia USB e Bluetooth ed utilizzabile attraverso un’app per smartphone e tablet. La CNS consente l’identificazione dell’utente e viene, da anni ormai, utilizzata per la firma digitale e l’accesso ai servizi on-line della Pubblica Amministrazione.

Qui, purtroppo, non abbiamo scelta: se privi di CIE 3.0 e CNS, dobbiamo per forza iscriverci di persona ad uno dei servizi ed a questo punto, la scelta più semplice è quella di recarsi di persona alle Poste Italiane, perché i loro uffici sono facilmente accessibili e maggiormente presenti su tutto il territorio rispetto a quello degli altri provider del servizio già menzionati precedentemente nell’articolo.

Se abbiamo avviato la richiesta presso uno Sportello Pubblico, possiamo finalizzare la registrazione utilizzando il codice di attivazione ricevuto e, se in nostro possesso, il pacchetto di attivazione inviato alla nostra e-mail; inoltre, saranno necessari anche la propria tessera sanitaria, ed un numero di telefono cellulare.

In alternativa, se si è già clienti delle Poste, e quindi i nostri dati sono già presenti nei loro archivi, potremo anche utilizzare on-line le credenziali di poste.it tramite SMS o lettore Bancoposta utilizzando il seguente link: https://posteid.poste.it/identificazione/identificazione.shtml

Purtroppo lo SPID alle Poste ha un costo che altri provider ci offrono gratuitamente in alcuni casi. In questa pagina: https://www.spid.gov.it/cos-e-spid/come-scegliere-tra-gli-idp/ possiamo trovare la lista di tutti coloro che ci permettono di crearlo.

Personalmente troviamo l’uso della CIE 3.0 più comodo e meno macchinoso rispetto alle altre alternative ma, in mancanza di questo, sicuramente ci si potrà adattare all’uso dello SPID scegliendo i servizi gratuiti con la sicurezza di primo e secondo livello (il terzo risulta a pagamento oppure, in alcuni provider, non presente).

Questo nuovo sistema, che in qualche modo viene forzato sul cittadino, permettendogli di accedere a tutti i portali della pubblica amministrazione con un solo nome utente ed una sola password. Questo rende più semplice l’utilizzo dei vari portali e velocizza alcuni servizi, evitando inoltre inutili file agli uffici. Possiamo intendere il tutto come una sorta di centralizzazione ed apparente semplificazione del sistema il quale precedentemente, come avevamo notato in passato qui, poteva risultare particolarmente macchinoso e difficoltoso per coloro che avevano poca confidenza con la tecnologia. La differenza sostanziale tra un utente che utilizza lo SPID ed uno che sceglie la CIE 3.0 sta nel fatto che il primo, entrando nel portale specifico SPID del provider prescelto potrà osservare una lunga lista di portali a cui può accedere (soluzione che appare quasi come una forma di marketing per invogliare l’utente a curiosare tra i vari servizi a disposizione) mentre chi opta per la CIE 3.0 sceglierà autonomamente il servizio, cercando per esempio da sé l’indirizzo diretto del portale INPS, ed accedendo all’area utente noterà la possibilità di utilizzare la propria carta d’identità per l’autenticazione.

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